CHI SIAMO
Sono Elisa Muraro.
Nata a Verona la mia storia con la moda non è una scelta, ma un destino.
Sono cresciuta tra i tessuti, i cartamodelli e il rumore delle macchine da cucire nel laboratorio decennale di mio padre, sarto e modellista e le minuziose lavorazioni artigianali di mia madre, magliaia e sarta.
Musq è nata da una domanda che mi ha sempre interrogato nel profondo: in un mondo che va di fretta, classifica e omologa, che cosa ha ancora un valore?
La risposta per me non è un mistero. Fin da bambina ho visto l'ingegno umano trasformare l'arte e la capacità professionale in un capo di moda. Questa eredità ha formato in me la convinzione che un abito non sia solo un pezzo di stoffa, ma il tempo e la cura di chi lo ha creato.
Questa è l'espressione di una vita vissuta. Non solo una filosofia.
Sono stata titolare di un mio punto vendita per diversi anni nei quali ho venduto le creazioni dei grandi protagonisti dell'alta moda italiana: da Versace a Blumarine, da Ferrè a Dolce e Gabbana, Scervino e molti altri ancora. Ho avuto modo di ammirare l'eccellenza italiana della loro creatività e, allo stesso tempo, di comprendere meglio le donne. Ho visto la voglia di distinzione di chi di loro non voleva sentirsi una "copia e incolla" l'una dall'altra e ho anche visto la fragilità di chi si nascondeva dietro a un marchio. Il cartellino della Maison diventava la loro confort zone quasi a delegare la loro identità, un modo per sentirsi parte di un gruppo e non essere messe in secondo piano in un mondo dove apparire significa essere.
La mia formazione personale e artistica non si ferma qui. Si è ampliata con anni di teatro, lo studio del canto e del pianoforte e la passione per la pittura e la lettura. Questa mia "vita parallela" mi ha insegnato a guardare le cose da punti di vista differenti, a sentire emozioni che non mi appartenevano ma che ho potuto interpretare nei vari personaggi che ho portato in scena con me sui palchi. È così che la mia empatia verso le persone è cresciuta, rendendomi ancora più sensibile alla psicologia umana e a ciò che si nasconde dietro un capo di moda.
Da queste esperienze è nata la mia ribellione.
Ho capito che la moda può essere un atto di liberazione, non una fuga.
Ho voluto approfondire il mio percorso, collaborando in diversi ruoli in uffici stile, partecipando alla creazione di capsule collection e a fiere nazionali e internazionali del settore, conoscendo e collaborando con laboratori di grandi dimensioni e di piccoli artigiani ampliando la mia professionalità e la mia conoscenza.
In questa visione, ho trovato la mia sfida: vedere negli scarti del mondo una nuova possibilità.
Come alcuni artisti internazionali storici di epoche passate che dipingevano nuovi quadri su tele già usate, la grande sapienza delle nonne che non buttavano nulla ma aggiustavano, ricreavano, visionari che danno vita a sculture e opere d'arte con materiali di scarto, credo che nel riuso ci sia uno sguardo più sottile, più attento. Un'abilità di visione che si applica alla moda così come alle persone. Chi sta fuori dalle metriche in realtà è un nuovo sentire, non si conforma e non trova spazio nelle logiche del fast fashion e del fast living.
Ogni capo che creo è un inno a chi sceglie la propria unicità per chi non ha paura di indossare un manifesto, per chi non delega a nessuno di dirgli chi essere.
